Habib Nawaz
Habib Nawaz
17 hours ago
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Certificazione alimentare: leva strategica per la crescita

Certificazione alimentare: leva strategica per la crescita e la competitività delle imprese agroalimentari

Nel settore agroalimentare moderno, caratterizzato da catene di approvvigionamento globali e da una concorrenza sempre più agguerrita, la certificazione alimentare si è affermata come uno strumento fondamentale per consolidare la posizione di un’azienda sul mercato.

La sua funzione non si limita a dimostrare il rispetto delle norme, ma si estende alla valorizzazione del marchio e al miglioramento continuo dei processi.

L’adozione di un sistema di gestione certificato consente di integrare controlli mirati lungo l’intera filiera, riducendo i rischi legati alla sicurezza e alla qualità del prodotto. Come evidenziato dall’ISO (International Organization for Standardization), le imprese che adottano standard internazionali riducono sensibilmente l’incidenza di reclami e non conformità, migliorando al contempo l’efficienza interna.

La Commissione Europea e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sottolineano che il rispetto degli standard internazionali rappresenta un requisito sempre più richiesto per accedere a mercati ad alto valore, come quelli del Nord America e dell’Asia. La certificazione diventa quindi un biglietto da visita autorevole, capace di aprire nuove opportunità commerciali e rafforzare la fiducia di clienti e partner.

Affidarsi a realtà specializzate come Sistemi & Consulenze significa intraprendere un percorso personalizzato e mirato, trasformando un requisito tecnico in un vantaggio competitivo concreto.

Perché sono importanti le certificazioni alimentari volontarie per il mercato globale

Le certificazioni alimentari volontarie, tra cui BRCGS, IFS, FSSC 22000 e GlobalG.A.P., sono oggi un elemento chiave per operare con successo a livello internazionale. Nonostante non siano imposte dalla legge, esse costituiscono uno strumento di validazione riconosciuto da retailer e importatori, che le utilizzano per selezionare fornitori affidabili.

Il Global Food Safety Initiative (GFSI) ha definito criteri di benchmark che garantiscono la comparabilità e l’affidabilità degli standard riconosciuti. Questo ha favorito la riduzione degli audit duplicati, abbassando i costi di conformità per le aziende e accelerando i processi di approvazione commerciale.

Un esempio pratico proviene dal settore lattiero-caseario: numerosi produttori europei, per accedere al mercato statunitense e canadese, hanno integrato la certificazione FSSC 22000 con i requisiti della Food and Drug Administration (FDA), ottenendo così una doppia conformità capace di soddisfare le richieste di entrambi i mercati.

Inoltre, le certificazioni volontarie fungono da segnale di impegno verso la qualità e la sicurezza, fattori che influenzano positivamente la percezione del brand e la fidelizzazione del cliente.

Sicurezza alimentare: i requisiti obbligatori di base

L’Unione Europea ha sviluppato un quadro normativo avanzato per garantire la sicurezza alimentare e tutelare la salute dei consumatori. I principali regolamenti che costituiscono la base della conformità sono:

· Regolamento (CE) 178/2002: stabilisce i principi fondamentali della legislazione alimentare, compreso l’obbligo di rintracciabilità.

· Regolamento (CE) 852/2004: disciplina l’igiene degli alimenti, richiedendo l’implementazione di sistemi HACCP.

· Regolamento (CE) 853/2004: definisce requisiti igienici specifici per alimenti di origine animale.

· Regolamento (UE) 1169/2011: regola la trasparenza delle informazioni fornite al consumatore, incluse le dichiarazioni sugli allergeni.

· Regolamento (CE) 1935/2004: tutela la sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti (MOCA).

Per le imprese che intendono esportare al di fuori dell’UE, il rispetto di tali regolamenti deve essere integrato con le normative locali dei Paesi di destinazione, come il Food Safety Modernization Act (FSMA) negli Stati Uniti, che introduce requisiti aggiuntivi in materia di controlli preventivi.

Che cosa è un sistema di gestione per la sicurezza alimentare?

Il sistema di gestione per la sicurezza alimentare rappresenta un approccio strutturato e documentato per garantire la conformità a requisiti legali e volontari, prevenendo rischi e migliorando le performance aziendali. La ISO 22000 è lo standard di riferimento più utilizzato a livello internazionale per costruire un sistema integrato di gestione della sicurezza alimentare.

Questo standard unisce l’approccio basato sui principi dell’HACCP con un sistema di gestione tipico degli standard ISO, permettendo alle aziende di coprire l’intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito. È applicabile a tutti gli attori della filiera, inclusi produttori primari, trasformatori, trasportatori e distributori.

Per le imprese che operano in mercati dove la concorrenza è elevata, la certificazione ISO 22000 o FSSC 22000 rappresenta una garanzia di affidabilità e un requisito per ottenere contratti con la GDO o forniture continuative per l’industria alimentare.

Il ruolo di GFSI

Il Global Food Safety Initiative, istituito nel 2000, ha introdotto un approccio armonizzato alla sicurezza alimentare a livello globale. La sua funzione principale è valutare e riconoscere schemi di certificazione che soddisfano rigorosi criteri di benchmark, creando una rete di fiducia tra produttori, distributori e consumatori.

Gli standard riconosciuti dal GFSI, come BRCGS, IFS, FSSC 22000 e GlobalG.A.P., sono adottati in oltre 180 Paesi e coprono l’intera filiera alimentare. Il riconoscimento GFSI riduce la frammentazione normativa e promuove la “mutual acceptance” tra retailer, consentendo agli operatori certificati di espandere la propria presenza commerciale.

Dati recenti del GFSI indicano che le aziende certificate hanno tempi di approvazione media per nuovi clienti inferiori del 30% rispetto a quelle prive di certificazione riconosciuta, con evidenti benefici in termini di time-to-market.

Norme e standard di certificazione alimentare più richiesti

Il panorama delle certificazioni alimentari comprende norme di carattere generale e schemi specifici per settori o fasi della filiera. Tra i più diffusi troviamo:

· ISO 9001: sistema di gestione della qualità, applicabile anche al settore alimentare.

· ISO 22000: sicurezza alimentare a livello globale.

· ISO 22005: rintracciabilità della filiera agroalimentare.

· GlobalG.A.P.: buone pratiche agricole.

· FSSC 22000: schema riconosciuto dal GFSI, basato su ISO 22000 e PRP specifici.

· BRCGS: standard per alimenti, packaging, logistica, consumer products e broker.

· IFS: standard per alimenti, packaging, logistica e broker.

La scelta dello standard dipende dal tipo di prodotto, dal mercato di destinazione e dalle richieste dei partner commerciali. Una consulenza qualificata può guidare l’impresa verso la certificazione più idonea a massimizzare il ritorno sull’investimento.

Vantaggi di ottenere una certificazione alimentare

Ottenere una certificazione alimentare offre vantaggi su più livelli. Per l’azienda, significa dimostrare la propria affidabilità, ridurre i rischi operativi e incrementare l’efficienza interna. Per il cliente, costituisce una garanzia di sicurezza e qualità costante, verificata da organismi indipendenti.

Studi condotti dall’EFSA e da enti di certificazione internazionali mostrano che le aziende certificate registrano un tasso di fidelizzazione della clientela superiore del 20% rispetto alla media di settore. Inoltre, la possibilità di accedere a mercati ad alto valore aggiunto consente di migliorare il margine operativo lordo, rendendo la certificazione un investimento strategico a medio-lungo termine.